"Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo" cit. Gustave Flaubert
Sono tornata da una settimana dal Giappone, ieri dalla Costiera Amalfitana e, mentre scrivo di getto questa newsletter, sono alla quarta lavatrice, ho lessato circa 5kg di verdure, impastato una pizza per domani e messo sul fuoco il ragù per Andrea che mi chiede disperatamente da giorni.
Il riso bianco dopo i giorni “orientali” lo ha decisamente stufato. Ha voglia di cucina italiana e finalmente ha voglia di cucina della mamma.
Serve anche a questo, viaggiare. A rendersi conto cosa lasci a casa.
Bianca ad esempio qui a Milano mi chiede spesso il sushi ma da quando siamo arrivati mi ha implorato di cucinarle melanzane fritte, gnocchi alla sorrentina e ragù. Non sono i suoi piatti preferiti ma sono i profumi di casa. E, quando sei lontano per giorni, si sente la mancanza di tutto questo.
E cosi, mentre ho sul fuoco tutte le mie leccornie e in lavatrice valigie intere di vestiti, scrivo queste parole per fermare i ricordi di un viaggio indimenticabile.
In tanti mi avevano detto che sarebbe stato “il viaggio” ma sono partita così stanca in questo periodo che ero quasi demotivata.
I primi due giorni sono stati difficili. Difficilissimo il secondo, con un fuso orario complesso e Andrea di 6 anni che non aveva mai viaggiato così. La sveglia presto ogni mattina, i 15 km al giorno di camminata, le guide con cui vedere più cose possibili, il caldo a volte esagerato e la pioggia altre volte fastidiosa, non erano cose scontate per un bimbo cosi piccolo. Eppure.
Eppure, e lo dico con grande orgoglio, sono rimasta sorpresa e stupita dalla loro resistenza e dalla loro curiosità. Ogni giorno una nuova scoperta, per me e per loro. Ogni giorno un nuovo piatto da assaggiare per Bianca e un nuovo Pokemon da cercare per Andrea. E cosi, da Kyoto a Tokyo, passando per Nara e Kanazawa, siamo riusciti a non fermarci mai, arrivando a sera con ancora un po’ di energia per raccontarci di tutto sotto le coperte.
C’è questa cosa che facciamo sempre, quando dormiamo tutti e tre insieme. Ripercorriamo la giornata e ringraziamo per qualcosa che è successo quel giorno. E in questo viaggio in Giappone ci siamo trovati spesso a ringraziare.
Perché la verità è che i viaggi così ti fanno guardare il mondo da un’altra prospettiva.
E, quando esci dalla tua comfort zone, è facile capire quanto ogni cosa acquisti valore.
E davanti alle difficoltà di un viaggio molto più impegnativo di altri, insieme si fa squadra. E noi tre, Chiara-san, Andrea-san e Bianca-san siamo diventati un team pazzesco.
Me ne sono accorta anche la notte del rientro. Eravamo svegli da 26 ore, stanchissimi dal viaggio e con la sola voglia di crollare a letto. Eppure tutti e tre ci siamo divisi i compiti e abbiamo sistemato tutto in modo da poterci svegliare il giorno dopo con già tutto in ordine.
Perché la verità, quando tante mamme mi chiedono come io faccia a viaggiare da sola con i bimbi ovunque, è che non è facile. MA è incredibilmente stimolante farlo. Perché li vedi crescere con te.
Li vedi partire per un viaggio in un modo e tornare diversi. Li vedi sbagliare, li sgridi, li riprendi miliardi di volte ma sei lì a dar loro l’esempio.
E quell’esempio è tutto.
Il Giappone è stato un viaggio che ricorderemo per sempre, non solo per la cucina incredibile, per l’educazione asiatica così diversa dalla nostra o per i negozi della Sanrio che mi hanno ricordato la mia infanzia ogni giorno, ma per quanto noi tre insieme siamo tornati diversi.
Non lo si può capire, così. Ma noi sappiamo.
Ci siamo fatti una promessa.
E sarà bellissimo mantenerla.
Sul blog e su IG ho fatto un elenco di posti assolutamente da vedere se programmate un viaggio in Giappone, ma intanto vi lascio qui alcune curiosità che ho scoperto viaggiando.
Wagyu o Kobe?
Ormai tutti conoscono la carne di wagyu ma spesso si fa confusione tra quest’ultima e il manzo di Kobe. Non sono la stessa cosa, precisiamolo. Kobe è il distretto in cui viene allevato il bovino, da cui prende il nome. La carne di Kobe è una delle più pregiate varietà di wagyu, che letteralmente significa “wa” (Giappone) “gyu” (bovino).
La carne wagyu è facilmente riconoscibile dalla distribuzione del grasso che la rende morbidissima e pazzesca anche cruda.
Quindi la carne di Kobe è tutta wagyu ma la wagyu non è tutta kobe. Praticamente uno scioglilingua :-)
Comunque la cosa bella è che trovate un’ottima carne anche nello street food a prezzi contenuti (e Andrea ha decisamente apprezzato).
Chi ama i kawaii?
Bianca sono anni che mi chiede cose kawaii. Le stampo schede kawaii, compriamo peluche morbidosi kawaii e impazziamo per tutto ciò che ha gli occhioni dolci e teneri. A Tokyo potete immaginare la nostra gioia quando siamo arrivate ad Harajuku, il quartiere pop per eccellenza diventato famoso per negozi, caffetterie e maid cafe con le cameriere che indossano abiti kawaii e che non potrete non fotografare.
Qui abbiamo assaggiato il corn dog arcobaleno e lo zucchero filato gigante di diverse forme e colori che per un bambino è davvero uno spettacolo unico. Diciamo che lo street food è decisamente “variopinto” e colorato ma merita un passaggio.
Cose utili che ho scoperto in Giappone grazie alle nostre guide.
Non si fuma per strada, la puntualità è una regola (cosa che lo fa diventare il mio paese preferito al mondo), ci sono treni dedicati a diversi personaggi tra cui quello di Hello Kitty con a bordo lo shop della Sanrio e la bento box dedicata, ci sono distributori automatici ovunque, è impossibile restare senza acqua o bibite o gelati e si può pagare con la stessa tessera dei mezzi pubblici (che si usa un po’ come una carta di credito).
Non esistono i cestini della spazzatura quindi conviene avere sempre un proprio sacchetto in cui riporre le cose che poi verrà buttato a casa o in albergo. Non per strada sicuramente.
Usano pochissimo le carte di credito, ovunque è meglio pagare in contanti e, quando si paga, i soldi sempre meglio consegnarli con due mani, per educazione.
Ah, non ci crederete, ma niente mance al ristorante. Contrariamente a quanto siamo abituati, in Giappone le mance non sono viste di buon occhio. E’ quasi un’offesa per loro, quindi non fatelo :-)
Comunque l’anno prossimo torno per Expo, sto già guardando i biglietti.
Non vedo l’ora :-)
C.
Leggerti ,seguirvi , mi mette il buonumore mi fa capire che siamo tutti un po simili con limiti e difficoltà da affrontare....ma tu sei sempre positiva e trasudi entusiasmo. Ti ammiro ti stimo e mi sono affezionata pian piano alla tua famiglia e alla vostra vita. Complimenti Chiara!
Meraviglioso reportage...complimenti per il viaggio con i bambini ,sei un esempio da seguire, bravissima!!!! ❤️